TIM MINCHIN – Live at the Royal Albert Hall (2011)
“Non ho i capelli rossi. Non li ho mai avuti. Sì, forse un po’… Ma da piccolo ero biondo e poi sono diventato castano chiaro. Crescendo sono venuti fuori. Mi sono cresciuti un sacco di capelli rossi, ma non sono un ginger“.
Questa sconcertante rivelazione deluderà molti estimatori di Tim Minchin, visto che, Prejudice, uno dei brani più famosi del comico/musicista australiano, è un inno proprio in difesa della categoria. Fatto ancor più strano è che in Australia chi ha i capelli rossi viene chiamato “bluey”. “Sì, che cosa sciocca. È come chiamare ‘nani’ delle persone altissime.” Ma Minchin non sente la sua comicità molto australiana, si sente più vicino a Woody Allen.
Alternando narcisismo e odio per se stesso, Minchin è il tipico secchione. Figlio di un chirurgo, era uno studente modello. “Ho fatto un discorso nella mia vecchia scuola. I ragazzi di quell’istituto spesso mi contattano dicendomi: ‘Dio, odio questo posto. Chissà tu quanto lo odiavi.’ Ma non è così. Era una scuola privata, io non ero perfetto, non avevo il petto pieno di medaglie, ma giocavo nella squadra di hockey, facevo atletica leggera, recitazione e avevo molti buoni voti (con lode in poesia). Sono solo un nerd. Avevo genitori severi con cui andavo d’accordo.”
Le invettive di Minchin sono guidate dalla razionalità. È un vero illuminista, un fan di Richard Dawkins (ricambiato) e di Christopher Hitchens e con le sue canzoni è diventato anche lui una delle personalità di riferimento del mondo ateo.
“Più cose sai, più ti sarà difficile farti un’opinione” canta in The Fence, verso che è un po’ la summa del suo modo di pensare scettico.
In Thank You, God, Minchin racconta la storia vera di Sam, un conoscente che voleva convincerlo che Dio avesse curato la malattia all’occhio di sua madre. La canzone parte come umile ringraziamento a Dio, ma si trasforma in un feroce attacco all’idea di un Dio che prende in carico la cataratta della madre di Sam e ignora il resto dei mali del mondo.
Ma la ragione non cede mai il passo all’irrazionalità? “Sono legato a doppio filo alla razionalità. Mi intriga l’irrazionalità”, ma con le sue canzoni Minchin si occupa di “combattere il pensiero magico”, pur non abbandonandosi mai a prediche.
Altro pezzo forte, If I Didn’t Have You, pop song dedicata alla moglie Sarah dal messaggio crudamente razionale: “Se non avessi avuto te, credo proprio che avrei avuto qualcun’altra“. “A Sarah non è piaciuta. L’ha trovata sciatta. Mi ha detto che posso fare di meglio di una canzone in cui dico che posso scoparmi le altre ora che sono famoso. Ma le ho detto di riascoltarla, perché non è questo il messaggio della canzone. È una canzone d’amore che parla proprio del fatto che io abbia scelto lei. Sottolinea il fatto che la visione romantica del mondo è sbagliata, che la bellezza risiede nella realtà, non nel romanticismo. Non capisco perché la gente abbia bisogno di qualcosa di più. E perché abbiano bisogno di credere in un aldilà quando è chiaro che moriremo e non resterà nulla di noi.” La canzone mette a disagio perché pone di fronte alla casualità dell’universo e alla totale arbitrarietà della vita. “Ogni singola decisione che prendi ti apre strade da cui non puoi più tornare indietro. Il disagio è una parte fondamentale della comicità.”
Durata: 2h 26′ 16”
Traduzione: Riccardo Turini
Revisione: Luca Paini, Adrien Vaindoit
Ecco un assaggio estratto dal live, Lullaby.
Uno dei miei spettacolo preferiti.
Grazie per il lavoro che state facendo.
Wow, grazie di questo regalone! E’ già Natale? :)
I commenti un’altra volta… me lo sono visto tutto e ho fatto notte fonda
su ComedyBay è sempre Natale
Pauroso. Sto ancora viaggiando.
Vi prego, datemi anche un .srt
Niente, mi sono risolto da solo.
Allora, talento mostruoso, le canzoni sono fantastiche, il giusto equilibrio fra ironia e buona musica, testi da virtuoso. Oserei azzardare che nelle parti parlate deve migliorare i tempi e risolvere un certo atteggiamento timido che ha quando non c’è la musica a spingerlo. Gli argomenti sono un po’ sempre gli stessi, sempre molto personali e “quotidiani” anche se la perfezione del trattamento mantiene vivo l’interesse. Con i mezzi espressivi che ha, potrebbe tranquillamente affrontare roba più tosta.
Detto ciò, due ore e mezza di grande spettacolo e divertimento intelligente. Uno dei migliori spettacoli visti quest’anno. Grazie!!
Un fuoriclasse… Già apprezzato moltissimo nello spettacolo postato su comedysubs, qui stessa alta caratura…
durata esagerata ho dovuto riprenderlo piu’ volte.
non mi e’ piaciuto nelle parti ripetitive(cheese) e nel riciclo di materiale.
per il resto e’ davvero un personaggio particolare.
Mi sembri un po’ ingeneroso. Sulla durata che è, li vogliamo più corti anziché più lunghi? Questo lascialo ai traduttori :D
Sulle ripetizioni, non è uno spettacolo inedito, è una sorta di speciale con tanto di orchestra, cioè, non è che andiamo ai concerti dei Rolling Stones a lamentarci che hanno riciclato Satisfaction.
Sono molto d’accordo con Oniram su “Con i mezzi espressivi che ha, potrebbe tranquillamente affrontare roba più tosta.”
L’ultima mezz’ora di pop spinto mi ha lasciato quella sensazione di palle marinate nell’aceto e urla di ragazzine che non è proprio quello che cerco in un suo spettacolo.
Potreste mettere i sottotitoli in .srt? Non riesco a fare funzionare gli altri e la mia ignoranza in inglese mi sta torturando….
ok, te li ho messi, anche se il .srt gestisce peggio le note
grazie mille!
Ho scaricato i sottotitoli… ed ora? È la prima volta che scarico dei sub.
Che programmi devo usare per farli funzionare?
Se usi il GOM player come me per vedere i video, basta trascinare l’icona dei sottotitoli sul video mentre sta riproducendo, e assumendo che tu abbia il file video giusto, fa tutto da solo. Sono sicuro che funziona così anche per altri programmi.
Se non hai il GOM ti consiglio di scaricarlo, è gratis e funziona a meraviglia.
Eh, immaginavo. Ma io non ho il file video giusto.
Come faccio ad averlo?
Filippo scarica Subtitle Workshop o Aegisub e sistema il timing, non è difficile. Oppure un nuovo video della durata indicata nell’articolo.