WALTER FONTANA – Splendido Visto da Qui
Care aziende leader del settore, essere intervistati da noi è un grande privilegio, soprattutto perché vuol dire essere tra i pochi autori che compaiono su questo sito a essere ancora vivi. Prima delle vacanze abbiamo deciso di invitare un ospite speciale, Walter Fontana, il primo della vecchia scuola, che nonostante l’età dobbiamo dire che riesce ancora a mantenersi glabro ed efebico.
Walter Fontana ha pubblicato vari libri tra cui L’uomo di marketing e la variante limone, un cult più volte ristampato, e Non ho problemi di comunicazione.
Tra le numerose collaborazioni nel mondo dello spettacolo, ha scritto testi teatrali per Angela Finocchiaro (Miss Universo e Open Day), collaborato a vari programmi tv (come Mai Dire Gol della Gialappa’s Band scrivendo negli anni per attori come Hendel, Bisio, De Luigi, Paola Cortellesi e tanti altri; e alcune edizioni di Zelig) e partecipato a diverse sceneggiature di film di Aldo Giovanni e Giacomo (Chiedimi se sono felice, La leggenda di Al John e Jack, Tu la conosci Claudia?) e di Ale e Franz.
È da poco uscita in libreria la sua ultima fatica, Splendido visto da qui, un romanzo distopico dalle tinte umoristiche. Se volevate comprare il volume solo per la quarta di copertina, direi che siete a posto.
Ciao Walter. Tu nasci come pubblicitario. Ne approfitto per chiedertelo. Ma a che cazzo serve la pubblicità? Io ho sempre cambiato canale in tv e boicottato stoicamente i prodotti i cui banner mi ostacolano la lettura delle pagine web.
Ciao Adrien, dunque direi che come tutte le attività commerciali la pubblicità serve a spostare montagne di denaro nelle tasche di pochi sordidi individui e mucchietti molto più piccoli in molte più tasche. Tutto ciò producendo pezzi di arte varia che vanno dall’orrendo al noioso al fantastico. Prendi per esempio “Dumb ways to die”, tre minuti di delizia pura che rivedresti all’infinito, ed è una serissima campagna sociale per la sicurezza.
Con quale slogan venderesti questo sito a uno sceicco del Bahrein?
“Caro sceicco, vuole concedersi l’unica trasgressione che gli occidentali non osano neanche immaginare? Butti via dei soldi. Ad esempio comprando Comedybay.it” Come slogan è un po’ lungo ma secondo me ci cascano.
Come mai hai lasciato la pubblicità? I pubblicitari sono tutti come i personaggi di quel colossale monumento all’infelicità umana che è Mad Men?
Ma in realtà per me la pubblicità è stata solo una parentesi di pochi anni. Già prima scrivevo come adesso, sia per me che per il mondo dello spettacolo. La differenza è che prima non mi pagavano mai. Dall’ambiente pubblicitario sono fuori da troppo tempo, non so come sia oggi.
C’è meno verità nella pubblicità o nella comicità?
Non saprei. Comunque qualsiasi frammento di verità rende tutto più interessante, e parlo sul serio.
Più efficace il marketing di Renzi, Grillo o Papa Francesco?
Anche qui, difficile dire. Di sicuro nessuno può contare su una case history paragonabile alla chiesa cattolica.
Splendido Visto Da Qui. Cosa puoi anticiparci?
È un romanzo sul futuro. Immagino una dittatura morbida ma spietata che non potendo togliere la paura del futuro dall’animo umano, ha tolto il futuro. Il mondo è diviso in Zone militarizzate: anni ’60, anni ’70, anni ’80, anni ’90, anni Zero. Milioni di persone vivono a ripetizione sempre nello stesso decennio, perfettamente ricostruito. Niente ansia del futuro, e per sicurezza, niente futuro del tutto. Come dice la quarta di copertina “è un mondo perfetto, come la ruota di un criceto. Se non sei un criceto, è un problema tuo”. Non si può passare da una Zona all’altra, se passi da anni ’70 a anni ’80 per esempio ti ammazzano. Ma ovviamente qualcuno prova a trasgredire, e da lì inizia l’avventura. È un romanzo divertente, spero.
A chi ti ispiri come autore comico?
A nessuno direttamente. Anche se poi ci sono dei giganti che mi hanno folgorato da ragazzino, e continuano a farlo. In ordine sparso: Achille Campanile, Woody Allen, Giuseppe Novello, Altan, Vonnegut.
Con Mai dire Gol siamo cresciuti. Dicci qualcosa che non sappiamo su quell’esperienza tanto per rovinarcene il ricordo.
Per rovinare il ricordo basta rivedere delle vecchie puntate (ah ah), in realtà a Mai Dire Gol ci ho passato tredici o quattordici stagioni come autore ed è stato bellissimo. Sono sempre molto grato ai Gialappa’s per avermi ospitato tutto quel tempo. Ho lavorato per un sacco di comici eccezionali, era pieno di gente di talento, mi sono davvero divertito.
Carcarlo Pravettoni era praticamente un’allegoria di Silvio Berlusconi. I cui ascolti però facevano guadagnare Silvio Berlusconi.
In realtà Pravettoni non era Berlusconi. Era un misto tra il rampante manager idiota anni ’90 e l’indistruttibile industriale schiavista di ogni epoca. Comunque sia, certo, le tv mediaset hanno guadagnato parecchio con la pubblicità che anche noi gli abbiamo procurato. L’alternativa era non fare quel programma, ma ora non avresti potuto rivolgermi questa domanda.
Come giudichi l’offerta di comicità televisiva attuale?
Ormai l’offerta copre tutti i luoghi e tutte le epoche, la tv è spesso sostituita dalla rete. Grazie a YouTube e anche a siti come il vostro, e non è un elogio di circostanza ma è la verità, è attuale guardarsi anche geni scomparsi da tempo come Carlin o Hicks, oltre ai divi di oggi come Louis C.K.
Come mai in Italia non si è sviluppata una forte tradizione di stand-up comedy?
In realtà oggi ci sono molti ragazzi che fanno stand-up, per lo meno molti più di quando ho cominciato io, parlo di fine Settanta/inizio Ottanta, quando il primo passo sul palco per un aspirante comico era spesso in una compagnia che faceva teatro di base o clownerie o commedia dell’arte. Anche per questioni economiche, oggi le compagnie sono rare e fare lo stand-up solitario sembra più a portata di mano. O mi sbaglio?
Diciamo che, come nel tuo libro, la tv italiana in ambito comico sembra ferma ai decenni passati. Rivedendo Un Due Tre (anni ’50), Vianello e Tognazzi in confronto oggi risulterebbero quasi innovativi.
E quando faceva lo sketch di lui che va dal funzionario RAI che gli censura il 5 maggio perché c’è “Ei fu…” (“Sa Vianello, ‘EI’ è anche Esercito Italiano…”)? A vederlo adesso sembrerebbe un gigante.
Per chi vuole affacciarsi fuori dalla zona militarizzata, Splendido Visto da Qui.
Il suo “E la lira s’impenna!” e il Tabloid dell’Innominabile (“questo telegiornale andrà in onda in forma ridotta per venire incontro alle vostre capacità mentali”) sono i miei primi ricordi satirici, quindi grazie, Berlusconi, per avere fatto consacrare comici di talento come questi due, o come Daniele Capezzone
Il primo libro di Fontana, L’uomo di marketing e la variante limone, fu pubblicato da Bompiani nella collana umoristica diretta da Luttazzi. E al Tabloid di Luttazzi continuano a ispirarsi tutti, Spinoza compreso. Per non parlare di certi trentenni che fanno stand up ricorrendo a evidenti retaggi luttazziani. O di certi siti che mettono in rete video di comici, i migliori dei quali provengono dal pantheon luttazziano. Tutti costoro, ovviamente, fanno a gara per uccidere il padre. Freud la sapeva lunga. (cit.)
a Daniè, quello che non capisci è che a noi – noi personalmente, non so gli altri – di ammazzare te non ce ne è mai fregato niente, né ci è entrato nulla in saccoccia
Tipica rimozione. P.S.: non sono “Daniele”. La tua risposta, Adriano, l’ho già vista su Spinoza, su Twitter ed è un classico di Bottura: ogni volta che qualcuno difende Luttazzi con argomenti, invece di replicare in merito si attacca la persona che scrive, accusandola di essere Luttazzi. Tu lo fai da quattro anni. Chiediti perché.
Da 4 anni ma precisamente a che ora? Perché lo facciamo? Perché un bel giorno ci siamo riuniti tutti a casa mia e abbiamo complottato un piano per attaccare Luttazzi. Tra l’altro dal tuo dossier dovrebbe risultare ben chiaro che io non ho mai assunto posizioni nette sul caso (sul quale avremmo anche potuto farci molta pubblicità e non l’abbiamo fatto) e non sono io l’autore del video “Il meglio non è…” (come da te affermato nel tuo fake di benvenuto a questo sito). E venire ad accusarci di occuparci dei comici del pantheon luttazziano oltre a non essere un’argomentazione francamente mi fa solo ridere, a me e a tutti i polli che come me ti rispondono pure.
Definisci “pantheon luttazziano”. E spero tu ti renda conto che il Tabloid di Luttazzi era a sua volta ispirato al “Weekend Update” del Saturday Night Live. La spocchia del tuo intervento è abbastanza fastidiosa, mi chiedo come mai tutto questo risentimento verso questo sito e verso il gruppo di Satiriasi.
ma io direi che per rispetto a Walter si possa anche evitare
Da questo commento sembra che Luttazzi abbia inventato la satira internazionale, e che abbia lanciato dei comici americani che sono venuti prima di lui!
Sia ben chiaro: se non fosse stato per lui non mi sarei probabilmente mai appassionato di grande comicità straniera, e, come me, penso una piccola generazione di fan del genere. Per questo gli sono grato, personalmente.
Ma cercare “figli” di Luttazzi laddove non ce ne sono è un po’ da fondamentalista, e certi comici non è che vengano trattati in quanto abitanti del “pantheon luttazziano”, ma perché sono i migliori (Louis CK dice di ispirarsi a George Carlin, ma non perché gliel’ha detto Luttazzi)…
PS: a proposito di Weekend Update, si tratta di un’altra fonte da cui il nostro ha attinto, ho scoperto di recente.
PPS: sono onorato di aver scatenato una discussione così veemente partendo da una battuta su Capezzone…
Madonna sta storia di Luttazzi! se vogliamo proprio scomodare Freud ci dovremmo chiedere come mai un comico che si appropriava in maniera così deliberata di materiali altrui, poi pubblicizzasse quegli stessi comici americani in interviste e scritti, di fatto favorendo la inequivocabile fine che (purtroppo) ha fatto…. Se complotto c’è stato è stato quello di Daniele contro se stesso. Poi nel mio piccolo lo ritengo, al netto dei furti, il più grande comico della sua generazione ma questo è un altro discorso….
Condivido tutto cio che hai scritto. In effetti l’unica ragione per poter dare credito alla sua difesa è che le fonti d’ispirazione le ha sempre pubblicizzate. Poi bisogna mettersi d’accordo su cosa sia l’ispirazione nel post-modernismo…
Riguardo a Luttazzi, vorrei che si voltasse pagina. In un paese in cui vengono riabilitati cani e porci, Luttazzi, su cui ho delle riserve nonostante tutte le giustificazioni sulla caccia al tesoro, non ha il diritto di avere una seconda chance?
Su Pravettoni, tanti bellissimi ricordi sin dall’introduzione della voce fuoricampo gia mezionata da tanti, Peccato che sia finito da Paragone alla gabbia di matti, con un repertorio inferiore al passato. O sono io che da giovincello qual ero non avevo la bocca buona?
Sono d’accordo in linea di massima con Cesco: Luttazzi è un caso patologico, non credo di essere il primo a dirlo. Aveva un grande talento di suo, oltre a essere l’unico ad avere il coraggio di parlare senza freno delle schifezze italiane…. come accidenti pensava di passarla liscia riguardo ai plagi? Anche in piena era internet, quando doveva essergli chiaro che lo avrebbero beccato, ha continuato senza pietà. Una volta venuta fuori la dimensione della cosa, è ovvio che il suo pubblico, abituato a considerarlo un personaggio integro e coraggioso (per quanto un po’ pazzoide, ma questo in un comico ci sta tutto), gli abbia voltato le spalle amareggiato. E la sua imbarazzante “difesa” a posteriori ha solo peggiorato le cose.
Personalmente, mi piacerebbe vedere ancora Luttazzi sul palco, ma col fiato sul collo per quanto riguarda l’appropriazione di idee altrui. Ispirarsi è una cosa, copiare un’altra.